Abstract
Il saggio esplora le opere in prosa e in versi delle poetesse rinascimentali denominate ‘cortigiane oneste’, alla ricerca della loro interpretazione della ‘vergogna’ tra vita e letteratura: si prende le mosse dalla presenza della parola ‘vergogna’, sorprendentemente scarsissima, e della sua esperienza, nella loro scrittura. Questo dato di fatto impone di guardare a ritroso alla tradizione antica e medievale della vergogna femminile, e di chiedersi in che misura queste donne trovarono una via personale di pensare questa emozione e di viverla liberamente pur all’interno di numerosi principi cogenti e di norme oppressive della vita morale , loro imposte, lungo i secoli, dagli uomini. L’assunto del saggio è che la risposta data da queste donne si collegata al progetto di realizzarsi come donne e come esseri umani, ed è profondamente connessa con il loro desiderio di trovare completezza nella loro vita intellettuale. Un progetto, e un desiderio, forti abbastanza per irrompere nelle questioni etiche, sociali e letterarie del XVI secolo.