Abstract
È possibile costruire un’opera d’arte sull’assenza? La performance di Anagoor dedicata alla battaglia di Teutoburgo, Germania. Römischer Komplex, riesce nell’intento. L’assenza costruisce le modalità espressive della performance, che rinuncia a qualsiasi aiuto di scenografia o di oggetti scenici per comporsi in una nudità evocativa. L’assenza determina l’impalpabilità del tema, le legioni svanite nell’agguato mortale delle quali solo le tracce vengono, anni dopo, identificate dai commilitoni sconvolti. Ma altre voci capaci di esprimere tutta la forza dell’assenza, della perdita, si alternano nel lavoro: voci poetiche che a loro volta hanno tentato un personale dialogo con gli assenti per eccellenza, i defunti, gli antenati (Antonella Anedda, Frank Bidart, Durs Grunbein), innestate sulla spina dorsale del testo di Tacito per una tastiera di sfumature che è la chiave del lavoro. Perdita come lutto, come irrimediabile tristezza per diversità immedicabili, per confini non superabili. Ma anche assenza come speranza, animata dalla traditio lampadis dell’arte che attraverso l’evocazione sa far parlare qualsiasi silenzio.
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