Abstract
Dopo Rousseau, nella letteratura francese si assiste al passaggio da una concezione impersonale della vergogna in quanto disonore a una concezione più individuale e interiorizzata. Questo contributo propone una rassegna della narrativa francese ottocentesca, sulla base delle condizioni e dei fattori che generano la vergogna di sé nei personaggi fittizi di alcuni autori, tra cui Claire de Duras, Stendhal, Sand e Barbey. La vergogna può essere legata al corpo, alla sessualità e al genere (impotenza, omosessualità, bisessualità) e/o ai pregiudizi razziali e sociali, che investono sia i dominanti che i dominati, in un contesto postrivoluzionario in continua trasformazione. In questa prospettiva, la narrativa del primo Ottocento contiene già elementi che saranno sviluppati nell’autosociobiografia contemporanea.