Abstract
I variegati percorsi intrapresi dal genere, tutto napoletano, della commedeja pe museca rivelano una frenetica predisposizione allo sperimentalismo e connotano una forma spettacolare che esibisce come propria cifra di riconoscibilità l’estrema duttilità ad acquisire le più disparate suggestioni che le vengono dalla stimolante società partenopea.
Amori e passioni costellano le storie allestite per le commedie, le molteplici fonti letterarie e teatrali alle quali si affidano hanno come ingranaggio portante il “delirio” amoroso obliterato in tutte le sue manifestazioni.
Tasso e Ariosto, insieme ad altri autori cinque-seicenteschi, contribuiscono ad alimentare lo spettacolo “comico” offrendo spunti e situazioni che da un lato corroborano la scrittura per musica e dall’altra rivelano l’intramontabile portato di una letteratura che si riverbera nelle più disparate forme performative.
Le esemplari storie amorose assurgono pertanto a modello imprescindibile per i volenterosi librettisti che declinano i “classici” nei modi più congeniali alle nuove aspettative della scena primo-settecentesca.